Sunday
Come ogni cosa che si rispetti, anche questo blog doveva nascere di lunedì, e il fatto che non sia successo non autorizza a non rispettare e assecondare i miei pensieri.
Lo dico per me, per me che scrivo e non per voi che leggete (ammesso che qualcuno ci sia).
Sono io che mi "impunto" su queste cose (impunto, voce del verbo impuntare, impropriamente usato per descrivere un livello di testardaggine proprio mio e di pochi altri) che faccio passare i giorni perchè "ormai lunedì è passato e se ne parla il prossimo"
Chi sarà poi che ha deciso che le cose si cominciano proprio il primo giorno della settimana, quello peraltro in cui chiunque si sente piu' devastato e impotente che mai.
Mi ricordo quando ero piccola, o meglio piu' piccola, studiavo in una scuola di preti e ogni tanto ci toccava il rito della confessione.
Il mio "inquisitore" proponeva sempre la stessa domanda, alla quale dopo la prima volta avevo imparato a dare corretta risposta.
Il primo giorno della settimana era (dovrei dire è) la domenica, il giorno del Signore, da lì partiva tutto, e quanto mi piaceva far vedere che lo sapevo, un brivido lungo la schiena e una sensazione infinita di onnipotenza, sapevo la risposta e ogni volta il prete si congratulava estasiato (ovviamente dimenticava di avermi fatto la domanda un istante dopo e la volta successiva la ritirava fuori).
Eppure le cose voglio che comincino di lunedì
Sono arrivata alla scontata conclusione che si tratta di cose che non voglio ma devo fare e che questa storia del lunedì mi serve per rimandare all'infinito.
Potevate salvarvi e invece questo diario ho cominciato a scriverlo oggi, di martedì ed è molto probabile che per lunedì prossimo vi avrò già stancato con le mie paranoie assurde, ma resta il fatto che scrivo per me, per dar sfogo ai miei pensieri e per liberare un pò sto capoccione.
Chi mi conosce e chi mi legge sa di farlo a proprio rischio.
Lasciate ogni speranza voi che entrate ....
BENVENUTI!
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